Monday, January 29, 2007

Le conseguenze dell' amore

By Paolo Sorrentino, Italy 2004 (distributed by Fandango). With Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu, Angela Goodwin.

For those of you who enjoy to discover new things, new directors, and not so common stories, here you have an opportunity to see a movie quite different from the rest: appealing, bit philosophical, bizarre lovestory within the more regular sort of thriller frame. Keep an eye on the delicious black sense of humor of the main character. ---

(Originally posted in: http://desdesants.blocat.com/
)

--- La imatge inicial, atents, ja ens mostra que aquest film no se sembla a gaires altres: un pla de dos minuts d’una cinta transportadora amb un grum que porta una maleta. Després, la pel·lícula. Un home de cinquanta anys passa el dia al bar de l’hotel on s’hostatja des de fa, exactament, vuit anys. Sempre amb les mateixes rutines, el mateix cigarret a la boca i assegut en el mateix racó al costat de la finestra. Ningú sap què hi fa allí ni perquè s’hi està. Sóc un comerciant, diu. Però tot es desenvolupa a la Suïssa italiana i aquest no és un fet irrelevant. Lentament l’argument comença a prendre forma.

Un thriller on s’hi barreja amor, màfia i sol·litud amb una cadència lenta però apassionant que permet entrar en la psique dels diferents personatges. Sobresurt el de l’estrany hoste (captivador Toni Servillo), però també el de l’encisadora cambrera Olivia Magnani). Amb cops existencialistes fantàstics, amb autèntic i sorprenent sentit de l’humor italià, amb extraordinària habilitat per al suspens.

Després d'aquestes descripcions no és d’estranyar que la història m’acabés entusiasmant. El fum que surt del cigarret, l’inexplicable misantropia del personatge principal, la necessitat de l’amor. Tot lliga i et duu parsimoniòsament història avall. Les crítiques que he llegit després ho corroboren: una gran pel·lícula on tot encaixa com un rellotge suís. Ara bé, si el tempo lent us aclapara i la vostra companya es desperta a mitja pel·lícula amb mala llet, ho podeu passar malament.

Valoració: Un enigmàtic thriller (sí ) italià.

Saturday, January 27, 2007

Friends

"There is little favorable to be said about poverty, but it was often an incubator of true friendship"

From Nelson Rolihlahla Mandela, Long walk to freedom, Back Bay Books/Little, Brown and Company, NY 1994.

Thursday, January 25, 2007

Lost

Created by Jeffrey Lieber, J. J. Abrams and Damon Lindelof. Pilot episode was first broadcast on September 22, 2004. Since then, two seasons have aired and a third began on October 4, 2006. Produced by Touchstone Television, Bad Robot Productions and Grass Skirt Productions and airs on the ABC Network in the U.S. Music by Michael Giacchino. Executive producers are J.J. Abrams, Damon Lindelof, Carlton Cuse, Jack Bender, Jeff Pinkner and Bryan Burk

Plane crash’s not a new subject for fiction. Why’s that old-content TV series been having such a big audience? We hypotesize that 9/11 was the beginning of the Post-Teletransportation-Era. --

--- L’aeroporto è il vero protagonista di Lost. L’aeroporto è un limbo chiuso che fa di tutto per mimetizzare l’aeroplano creando l’illusione del teletrasporto. Gli aeroporti seri celano l’immagine esterna dell’aeroplano, il passeggero può relazionarsi solo con l’interno di esso. Il tempo del viaggio diviene, controintuitivamente, quello dell’attesa per l’imbarco. Il tempo del viaggio, sempre più in analogia con la materializzazione e rimaterializzazione molecolare del teletrasporto, tende a diluirsi fino a divenire trascurabile rispetto alle impacciate umane azioni terrestri di carico, scarico trasporto etichettatura, sabotaggio, guardia e ladro. L’efficienza della macchina nel neutralizzare l’effetto della distanza ridicolizza l’uomo nella sua materialità animale, lo mette di fronte al suo essere dipendente, i raggi X svelano l’universo umile degli oggetti servili, spazzolino e calzascarpe. La civiltà dell’usa e getta rende antieconomica, irrazionale e infantile la naturale propensione dell’individuo ad affezionarsi ai propri oggetti, agli effetti personali. L’avvenenza del personale di bordo, il saluto del capitano, la celebrazione del comfort insita nella poltrona imbottita, nelle riviste gratuite, nell’offerta delle vivande diventa sempre più residuale, anacronistica - stratagemmi per anestetizzare l’affettività animale connessa a una concezione novecentesca del volo, quello pionieristico, avanguardistico dei triplani, delle turbolenze, degli ingranaggi, degli atterraggi di fortuna, del paracadute, della maschera per l’ossigeno. La fobia del volo, residuo evoluzionistico di un lontano passato da bipede terrestre dell’homo sapiens sapiens, innocua nevrosi da esibire vezzosamente. Lo spazio dell’aeroporto ha esportato la sua aterritorialità, il suo essere terra di nessuno fino ad annettersi il territorio cittadino; il suo magnetismo, la sua offerta di contiguità l’ha reso spazio aperto, dilatato, integrato e infine inglobante la città ad aggregare le metropoli in un’immensa conurbazione; il tempo dell’esistenza è diventato quello dell’aeroporto, quello sospeso nell’attesa del salto in un’altrove, quello sdoppiato, straniante, paradossale del jet-lag, sempre più subordinato alle convenzioni e distante dalla continuità biologica circadiana legato all’alternarsi del giorno e della notte e delle stagioni. Sempre più straniante l’etimo marinaresco del lessico aeronautico – equipaggio, salire a bordo, aero-porto, imbarco, rotta, velocità di crociera, nodi – legati all’immaginario e alle dinamiche polarizzate in senso solidaristico-regressivo (fino agli estremi del cannibalismo e dell’incesto) della “socialità forzata insulare”, tipica dei lunghi trasferimenti, del naufragio, delle società utopistiche e degli scenari post-apocalittici.
L’apocalisse, per l’appunto, materializzata senza preavviso nelle forme di un aeroplano, nel cielo limpido del mattino, l’undici settembre duemilauno.

Wednesday, January 24, 2007

Figlia di una vestaglia blu

Simona Baldanzi, Fazi, Roma, 2006.


An italian young writer tells us about the workers world of her country between two different generations. Two different points of view interlace each other in a beautiful story of love. Love for the ethic of work, love for men's history and above all love for a territory: the beautiful mountains of Mugello. ---


Di Simona Baldanzi avevo letto il racconto Finestrella viola, vincitore del premio Campiello giovani nel 1996 e un piccolo stralcio del presente romanzo, che poi sarebbe diventato il capitolo Portone.


--- Nel suo romanzo d'esordio, autobiografico, Simona Baldanzi riesce in un'operazione assai difficile. Riesce a dichiarare il proprio amore per qualcosa che proprio nello stesso momento e forse anche proprio grazie allo stare scrivendo tale dichiarazione, sta lasciando. E' come un fidanzato che inizia l'ultimo discorso alla propria amata dicendo "Ti amo ma…". La cosa mirabile è che riesce però a farlo senza che le sue parole risultino minimamente ipocrite o false. Simona lascia il mondo del lavoro operaio, il mondo che ama, che l'ha vista nascere e crescere una prima volta tra le lavoratrici di una fabbrica tessile e che l'ha vista rinascere e conquistare una propria identità matura tra i minatori della TAV, quei minatori, fratelli al suo mondo per classe sociale, ma lontani per origine, portati in casa sua per straziare le montagne a cui è così legata.

Simona non è destinata a fare l'operaia, malgrado ancora in Italia esista, soprattutto in certi ambienti, una sorta di predestinazione sociale per cui il lavoro e la vita che si farà sono spesso legati a quelli dei propri genitori. Simona farà altro e tra le altre cose, per nostra fortuna, la scrittrice. Malgrado ciò non si stacca dalle proprie radici, dal proprio territorio; non tradisce né le sue montagne né i suoi lavoratori.

La sapienza di quello che sta raccontando passa attraverso le storie, storie a lei vicine fisicamente ed emotivamente, storie anche diverse dalle sue private ma delle quali è venuta a conoscenza parlando con la sua gente. E passa attraverso un uso bello delle parole e del fraseggio. Un uso apparentemente semplice e molto preciso, così raro tra i giovani scrittori.

Nel romanzo di Simona Baldanzi la storia della protagonista si intreccia con quella dei lavoratori, della fabbrica che non c'è più, delle nuove gallerie, dei nuovi centri commerciali, in maniera delicata e sapiente. Se in La dismissione, di Ermanno Rea il punto di forza era dato dai dettagli tecnici e storici relativi alla fabbrica e la storia privata del protagonista sembrava quasi un pretesto, in questo romanzo ci si appassiona alla vita della giovane ricercatrice la cui vicenda viene narrata con il pudore tipico delle autobiografie. I piani che si intrecciano sono tanti, si scorrono molti ambiti della vita della protagonista, dal suo lavoro, così diverso da quello di cui principalmente ci parla, al suo impegno politico e sociale. Ci piacerebbe poter leggere cosa pensa la protagonista del romanzo, così caparbia, forte e al contempo delicata, del recente vigliacco attentato alla sede del partito comunista di un grosso paese del suo amato Mugello, sapere se pensa che possa avere a che fare con le continue angherie che quel territorio sta subendo in nome di una distorta modernità.

Thursday, January 18, 2007

Death in a strange country

by Donna Leon, Arrow book, London 1993, english.

Also available in:
German, Endstation Venedig (1995), Dutch (1996) and Finnish, Kuolema vieraalla maalla (1998), as far as I know. Never translated to italian.

Italian civil society and professional politicians have been recently struggling with the controversial present consequences of the Marshall plan, which, after 1947, disseminated NATO military bases all around Europe. In this episode, Commissario Brunetti, the protagonist of Leon's series, is dealing with a very complicate case regarding just the Vicenza NATO base…and unfortunately the case is about a really up-to-date matter as well. ---

...at one of the first clinical rounds, here in Pittsburgh, my mentor showed up with 6 books of this same series, perhaps overestimating my skills as a reader or my affection for Brunetti's character...though I liked this book.

--- Un giovane ispettore di sanità pubblica della base NATO di Vicenza viene trovato morto in un canale di Venezia. La vittima è solo il coperchio di un vaso di Pandora che Brunetti solleva appena, e da cui emerge un caso inquietante, un grosso giro che fa capo alla grande criminalità organizzata. Donna Leon non teme il confronto con una questione difficile ed attuale (non svelo di che si tratta), cosa che mai si trova in Camilleri e a volte in Montalban, piu' concentrati sulla sobrietà perfetta della storia e della scrittura il primo, e sulla ricchezza di temi, scenari e citazioni il secondo. Certo rimane in superficie, e forse altrimenti non potrebbe essere.

Il romanzo, nel complesso, è piacevole e ben scritto. Brunetti non ha nulla della personalità e dell'ironia di Montalbano di Camilleri, nè della complessità e del fascino bohemien del Carvalho di Montalban. Brunetti è un commissario più vicino alla realtà, un uomo intelligente, sufficientemente sensibile e anche cinico perchè conoscitore del mondo. Leon ha vissuto abbastanza a lungo fuori dal suo Paese - compresi 20 anni a Venezia - per non pensare che sia fuggita dagli USA: non esita infatti a tirare il suo Paese dentro il risvolto più torbido della vicenda, come non si preoccupa di far apparire mediocri e provinciali i propri connazionali. All'Italia non risparmia riferimenti a consuetudini non degne di lode, tipo l'inefficienza della burocrazia. In stile "camilleriano", cosparge la scrittura in inglese di parole in italiano.

Anche in un altro aspetto Brunetti è diverso dai colleghi celebri che ho citato: si rifugia nella tranquillità della famiglia per mettersi al riparo dalla frustrazione di doversi arrendere a un qualcosa di più grande. Come unica via di uscita, Donna Leon mette in scena un deus ex machina per lenire le pene del Commissario e del lettore, rivelando nel finale la parte più americana di sè.

Wednesday, January 17, 2007

Dopo il matrimonio

Di Susanne Bier, Danimarca, Svezia, 2006. Con Mads Mikkelsen, Sidse Babett Knudsen, Rolf Lassgård, Stine Fischer Christensen, Christian Tafdrup, Frederik Gullits Ernst. Genere Drammatico, colore, 120 minuti.

Original titol: "Efter brylluppet". International titol: "After the Wedding".

Jacob works in India, in an orphanage. When the orphanage is threatened by closure, he receives an unusual offer. A Danish businessman, Jørgen, offers him a big donation. There are, however, certain conditions. Jacob must return in Denmark and take part in the wedding of Jørgen's daughter. The wedding proves to be a critical juncture between past and present and catapults Jacob into the most intense dilemma of his life. ---

Come spesso accade, i film da vedere sono quelli che i grandi media non si sognano nemmeno di pubblicizzare.

Dopo il matrimonio, candidato agli Oscar per la Danimarca, segue di qualche anno l'altro bel film della regista Susan Bier Non desiderare la donna d'altri.
Dopo il matrimonio, però, mi pare ancora più convincente e maturo del precedente.
Merita di essere visto innanzitutto per la capacità di parlare di temi grandi come la sconvolgente sperequazione nella distribuzione della ricchezza tra "nord" e "sud" del mondo (tema che, più che da qualsiasi dialogo, prorompe dal contrasto stridente nelle prime sequenze tra le strade dell'India e i verdi paesaggi della Danimarca) attraverso le vicende intime, personali e familiari dei personaggi, legati tra loro da un filo che, da una parte all’altra del mondo, presto li costringerà a ripensare le proprie vite, il proprio passato, le proprie responsabilità.
Il film si fa apprezzare poi per la bravura degli attori, sconosciuti al grande pubblico non danese, e per l'ottima regia.
E inoltre per la bellezza della fotografia, fatta di grandi paesaggi, ma anche di primissimi piani di occhi, mani, bocche, a voler idealmente avvicinare lo spettatore ai sentimenti dei personaggi, descritti peraltro con molta sobrietà e senza concessioni al melodramma.

Sinossi
Jacob lavora in India, in un orfanotrofio prossimo alla chiusura per carenza di fondi. Jørgen, un ricco uomo d'affari danese gli fa un'insolita proposta: donerà all'orfanotrofio una grossa somma, a patto però che Jacob torni in Danimarca, dopo 20 anni di assenza, per partecipare al matrimonio della figlia del donatore. In Danimarca Jacob incontra Helene, il suo grande amore del passato, che ne frattempo si è sposata proprio con Jørgen.

Tuesday, January 16, 2007

La scomparsa di Majorana

Leonardo Sciascia, Adelphi (Milano 1997), italian.

Also available in: English ("The mystery of Majorana", in a same volume with "The Moro affair", New York Review of Books, 2004 or Carcanet Press, Manchester 1987); Spanish ("La desaparicion de Majorana", Juventud 1995).

Ettore Majorana was one of the young physics who, in the ‘30ies, investigated on radioactivity with Enrico Fermi. He was a genius, “like Galileo and Newton”, Fermi said. He suddenly disappeared at the age of 31. Sciascia's hypothesis is intriguing: Majorana first understood the consequences of radioactivity and hid out, whereas his colleagues participated to the Bomb experiments. ---

Dei "ragazzi di via Panisperna" Ettore Majorana è per me il più affascinante. Faceva parte del gruppo di giovani fisici, raccolti attorno al giovanissimo Enrico Fermi, che dagli anni '30 si occupavano di radioattività. Ma Majorana aveva con loro, e con Fermi per primo, un rapporto conflittuale. Personalità schiva e, secondo la visione dominante, contorta, "genio di quelli che nascono una, due volte per secolo, come Galileo e Newton, privo però di ciò che hanno i più, cioè del senso comune", secondo lo stesso Fermi. Sul tram per l'Istituto di Fisica, al mattino, sviluppava calcoli per teorie come quella del nucleo composto da protoni e neutroni, poi conosciuta col nome di Heisemberg. Scriveva le formule sul pacchetto di sigarette che poi buttava dopo aver fumato l'ultima, nonostante le proteste dei colleghi.


La sparizione di Majorana è la materia centrale della ricostruzione di Sciascia. Non è un uno dei suoi migliori libri, niente a che vedere con la prosa asciutta de “Il giorno della civetta” o “A ciascuno il suo”, dove con pochi tratti disegna la Sicilia intera. In alcuni passaggi la scrittura è contorta, come un percorso tormentato di ricerca storica ed interiore. Ed in effetti è la vicenda che cattura il lettore: il mistero dei meandri della mente, che porta l'uomo a scomparire senza traccia a 31 anni, nel pieno delle proprie capacità, lascia spazio al dissidio tra curiosità, conoscenza, scienza, e la vita vera. I sentimenti e le ragioni dei reclusi di Los Alamos, che progettarono e realizzarono l'Atomica, forse non sono immaginabili, e comunque lasciano sbalorditi. Come se Ulisse, dopo le colonne, avesse trovato Hiroschima. Sciascia ipotizza che Majorana avesse previsto, se non calcolato, lo sviluppo della bomba, e si sia sottratto ad una tale responsabilità: una follia così lucida da gurdare più avanti, mentre il senno dei futuri progettisti li avrebbe resi ciechi perfino durante gli esperimenti? O, al di là della bomba, solo una inadeguatezza alla vita, forse davvero il segno di una visione dall'alto dell'inconsistenza dell'esistenza?

Linee guida per gli autori

Come pubblicare un post: se sapete usare questa piattaforma (Blogger / Blogspot) chiedete al "Triumvirato" (Fra., Marc o Marco) di essere aggiunti ai Contributors. Riuscirete cosi' - creando un vostro account- ad accedere alla sezione Posting (create / edit posts) e quindi dovreste poter postare in autonomia seguendo le indicazioni che diamo di seguito.

Altrimenti mandate il vostro post già formattato secondo la struttura suggerita più avanti ad un membro già iscritto.


Conflitto di interessi: evitate di recensire libri che avete scritto, dischi in cui avete suonato, etc (eventualmente avvisateci se volete comunicarlo sul blog). A proposito, siete pregati di non scrivere la formazione dell'Italia del Campionato del mondo del 1982 o un resoconto delle vostre fantastiche vacanze estive, a meno che non sia strettamente necessario e lo riteniate di interesse collettivo.


Come strutturare il post:


1. TITOLO: Titolo del libro (o del film, del disco, etc).


2. IMMAGINE (OPZIONALE): Copertina del libro, del disco etc (possibilmente della specifica edizione che avete letto, ascoltato, visto, ecc): caricatela nel formato piu' piccolo e mettetela sulla sinistra, se è possibile.


3. SOTTOTITOLO (prima linea del testo): autore, editore, città, anno.


LASCIATE UNA RIGA BIANCA tra il sottotitolo e l'abstract.


4. ABSTRACT: in inglese, non più di 65 parole (non specificate "abstract', all'inizio di queste righe, per piacere).


LASCIATE UNA RIGA BIANCA tra l'abstract e quanto segue.


5. Qui potete inserire (OPZIONALE) 2 righe per dire come siete venuti a conoscenza di questo libro, disco, etc (dove l'avete comprato, trovato, etc, solo se pensate che questo possa essere interessante o divertente).


6. TESTO DELLA RECENSIONE: nella lingua e secondo lo stile preferiti. Ovviamente non è permesso svelare il finale del libro o del film. Numero massimo di parole: 350.


LASCIATE UNA RIGA BIANCA tra il testo e l'ultima riga.


7. TRADUZIONI: lista delle traduzioni esistenti di cui siete a conoscenza (Inglese, Spagnolo, Francese, Tedesco, Italiano, Catalano, Suomi, Corso, Greco, Portoghese, etc), se esistono e se ne siete a conoscenza.

Monday, January 15, 2007

Guidelines for authors

How to post: ask the “Triumvirate” (Fra, Marc or Marco) to be added to the Contributors, if you feel comfortable with this platform (Blogger / blogspot). You will be able to access the Posting section (create / edit posts). Otherwise send them your post, already formatted according to the authors guidelines.

Conflict of interests: avoid to post about a book you wrote, an album you played in etc (in case, let us know for advertisement). By the way, you're also request not to post the composition of the Far Oer Islands National Team at the World Cup, or a report of your summer vacations, unless it's strictly necessary and it has a collective interest.

Categories: Reviews, Pieces or Fragments.

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How to structure the post:

a. Reviews

1. TITLE: Title of the book (or of the movie, album etc).

2. IMAGE (OPTIONAL): Cover of the book, album etc (possibly of the specific edition you read, listened to etc): upload it in a small format and place it on the left, if it’s possible.

3. SUBHEADING (first line of the text): author, editor, city, year.

4. TRANSLATIONS: list translations to major European languages (English, Español, Français, Deutsch, Italiano, Català, Suomi, Corsu etc), when existing.

LEAVE 1 BLANK ROW between the subheading and the abstract.

5. ABSTRACT: in English, no more than 65 words (Do not specify “abstract” at the beginning of these lines, please)

LEAVE 1 BLANK ROW between the abstract and the text.

6. You can insert here (OPTIONAL) 2 rows to tell how you run across this book, album etc (where did you buy it, found it etc, only if you think this can be interesting, funny etc)

7. TEXT: any language, style etc. (telling how the book ends is not allowed!!!). Word limit: 350 words.

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b. Pieces

Report an original part of a book, movie etc; cite the author, title of the opera, editor and year after 1 blank row. You can give an appropriate title to the post (or only cite the title of the opera etc). Word limit: 150 words.

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c. Fragments

Cite one sentence (in bold); report the author, title of the opera, editor and year after 1 blank row. You can give an appropriate title to the post (or only cite the title of the opera etc)

Ulysse's Manifesto

Like Homer’s Ulysses, our trip starts in the Mediterranean sea, trying to bridge idioms and cultures. Dante’s Ulysses pursued virtue and knowledge. In a possibly greater challenge, we are going in search for participation, discussion and ideas exchange. We would like to bring our Ulysses beyond the pillars of Hercules and let him know Europe, as James Joyce did. Maybe further.

This is a shared blog. You can post your experiences and thoughts about books, music and other forms of artistic and cultural expression, and also advertise cultural events. In your preferred language. The contents and the style are also free. We just ask you to follow some basic author guidelines to make the post understandable and light.

We are looking forward to seeing this 2007 Ulysses having breath and legs to walk across Europe.