Thursday, January 18, 2007

Death in a strange country

by Donna Leon, Arrow book, London 1993, english.

Also available in:
German, Endstation Venedig (1995), Dutch (1996) and Finnish, Kuolema vieraalla maalla (1998), as far as I know. Never translated to italian.

Italian civil society and professional politicians have been recently struggling with the controversial present consequences of the Marshall plan, which, after 1947, disseminated NATO military bases all around Europe. In this episode, Commissario Brunetti, the protagonist of Leon's series, is dealing with a very complicate case regarding just the Vicenza NATO base…and unfortunately the case is about a really up-to-date matter as well. ---

...at one of the first clinical rounds, here in Pittsburgh, my mentor showed up with 6 books of this same series, perhaps overestimating my skills as a reader or my affection for Brunetti's character...though I liked this book.

--- Un giovane ispettore di sanità pubblica della base NATO di Vicenza viene trovato morto in un canale di Venezia. La vittima è solo il coperchio di un vaso di Pandora che Brunetti solleva appena, e da cui emerge un caso inquietante, un grosso giro che fa capo alla grande criminalità organizzata. Donna Leon non teme il confronto con una questione difficile ed attuale (non svelo di che si tratta), cosa che mai si trova in Camilleri e a volte in Montalban, piu' concentrati sulla sobrietà perfetta della storia e della scrittura il primo, e sulla ricchezza di temi, scenari e citazioni il secondo. Certo rimane in superficie, e forse altrimenti non potrebbe essere.

Il romanzo, nel complesso, è piacevole e ben scritto. Brunetti non ha nulla della personalità e dell'ironia di Montalbano di Camilleri, nè della complessità e del fascino bohemien del Carvalho di Montalban. Brunetti è un commissario più vicino alla realtà, un uomo intelligente, sufficientemente sensibile e anche cinico perchè conoscitore del mondo. Leon ha vissuto abbastanza a lungo fuori dal suo Paese - compresi 20 anni a Venezia - per non pensare che sia fuggita dagli USA: non esita infatti a tirare il suo Paese dentro il risvolto più torbido della vicenda, come non si preoccupa di far apparire mediocri e provinciali i propri connazionali. All'Italia non risparmia riferimenti a consuetudini non degne di lode, tipo l'inefficienza della burocrazia. In stile "camilleriano", cosparge la scrittura in inglese di parole in italiano.

Anche in un altro aspetto Brunetti è diverso dai colleghi celebri che ho citato: si rifugia nella tranquillità della famiglia per mettersi al riparo dalla frustrazione di doversi arrendere a un qualcosa di più grande. Come unica via di uscita, Donna Leon mette in scena un deus ex machina per lenire le pene del Commissario e del lettore, rivelando nel finale la parte più americana di sè.

2 comments:

herdakat said...

Nelle indicazioni ai contributors abbiamo scritto che la lista delle traduzioni va in fondo... a me piace più come avete fatto poi in pratica, ma allora vanno corrette le indicazioni. Direi poi di mettere la traduzione che ho fatto io in italiano e quella che farete voi in catalano di quelle indicazioni lincata anche nella colonna di destra.

Marco Inzitari said...

Anche a me piace di piu' la lista delle traduzioni all'inizio. Le linee guida sono gia' linkate sulla destra, sotto il Manifesto, se era questo che intendevi. Sono contento di come ci stiamo muovendo, spero che non risulti troppo "accademico".